Colloquio di lavoro in tedesco: le 3 strategie del candidato “delfino”

candidato delfino
In questo articolo scoprirai 3 strategie efficaci per superare un colloquio di lavoro in tedesco e come fare una buona impressione ai recruiter

Qualche tempo fa ho avuto il piacere di parlare con Chiara Alzati, una Coach e una Trainer preparatissima.

Il suo scopo? Aiutare professionisti e imprenditori, italiani e tedeschi, a presentare meglio se stessi, le loro aziende, i loro prodotti e i loro servizi in pubblico davanti a clienti, potenziali tali e investitori quando cercano lavoro in Germania.

Prima di intraprendere il suo percorso da freelance, Chiara ha lavorato per quattro anni nell’ambito della ricerca e selezione del personale in una multinazionale tedesca a Milano, dove ha condotto più di 300 colloqui di selezione. Sa quindi bene cosa si nasconde dietro a un colloquio di lavoro!

Oggi Chiara offre anche percorsi di formazione, sia individuali sia in piccoli gruppi, a tutti coloro che vogliono cambiare lavoro e devono affrontare il tanto temuto – e spesso sottovalutato – colloquio di selezione.

Salita nel 2015 e nel 2016 sul podio tra i migliori oratori d’Italia, in italiano e in inglese, Chiara è fortemente convinta che allenare con costanza le proprie abilità comunicative, conoscendo le tecniche del public speaking, porti ad avere un notevole vantaggio competitivo nel business, incontri di networking e colloqui di lavoro inclusi!

Per questo motivo le ho chiesto di spiegarci qual è la differenza tra una persona che riesce ad avere successo durante un colloquio di lavoro e una che invece si sente dire spesso “grazie, le faremo sapere!”. 

Questo è quello che mi ha raccontato.

La parola a Chiara!

Il colloquio di lavoro in tedesco

Per anni ho coltivato il grande sogno di prenotare un volo di sola andata, fare la valigia e andare a lavorare in Germania.

Mentre sostenevo colloqui di lavoro in aziende tedesche (alcuni dal vivo altri via Skype), mi rendevo però progressivamente sempre più conto di quanto fosse difficile arrivare ad essere la prescelta.

La classica risposta “Siamo spiacenti, ma la nostra scelta è ricaduta su un candidato che risponde meglio alle nostre esigenze” era diventata all’ordine del giorno.

Nel frattempo lavoravo in Italia in una multinazionale tedesca, dove mi occupavo di ricerca e selezione del personale. Sì, proprio quello facevo tutti i giorni: intervistavo candidati e valutavo la qualità delle loro risposte.

Eppure, quando mi trovavo dall’altra parte della scrivania, davanti a un selezionatore tedesco, era diverso… non era per niente semplice… ogni volta era una sfida.

Proprio quando una grande azienda di Ricerca e Selezione del Personale di Stoccarda mi ha offerto un bel contratto di lavoro a tempo indeterminato, una parte di me si è ribellata e non l’ha accettato.

Non ero del tutto convinta né di voler lasciare l’Italia né di voler lavorare nell’ambito della ricerca e selezione del personale: la mia passione per il Public Speaking stava diventando tanto più dirompente tanto più cercavo di metterla da parte.

Così ho rifiutato quel contratto di lavoro e oggi, giorno dopo giorno, sto costruendo l’attività che amo: sono una professionista freelance, una coach per il Public Speaking.

In pratica aiuto le persone, italiani e tedeschi, a presentarsi al meglio in pubblico, così da dare alla loro aziende, ai loro prodotti, ai loro servizi o semplicemente alle loro competenze (nel caso di candidati per un posto di lavoro) la luce che si meritano.

Una precisazione: forse la parola “pubblico” ti sembra inappropriata, ma credimi, non lo è.

Anche se stai parlando con una sola persona (un selezionatore del personale o un potenziale cliente), ti stai sempre rivolgendo a qualcuno che non sei tu, qualcuno che non conosce ancora nulla di te e non sa né quanto vali tu, né quanto valgono le tue competenze, o i tuoi prodotti/servizi.

E la partita te la giochi tu e la vinci solo se sai come comunicare il tuo valore!

In questo articolo voglio soffermarmi sull’elevator speech per i colloqui di lavoro, ma tieni presente che quello che imparerai lo potrai utilizzare anche se sei un freelance o un aspirante tale, davanti a clienti (o potenziali tali) e in occasione di incontri di business networking.

Dal mio punto di vista esistono due tipi di candidati: i pesci morti e i delfini.

I pesci morti non hanno alcuna consapevolezza delle tecniche di Public Speaking e perdono dunque del gran tempo, vagando di azienda in azienda e di colloquio in colloquio, senza mai arrivare al tanto ambito traguardo dell’assunzione.

I delfini, invece, conoscono le principali tecniche di Public Speaking e raddoppiano così il potenziale competitivo rispetto ai loro concorrenti. In breve tempo saranno loro ad avere il lusso di poter scegliere tra almeno due contratti di lavoro offerti da due aziende diverse.

Il pesce morto è, in una parola, passivo. Si prepara in modo molto approssimativo ai colloqui, perché “tanto si sa, le domande ai colloqui di lavoro sono sempre le stesse, e poi è impossibile entrare nella testa dei selezionatori”.

Invece il delfino trasforma le sue paure in adrenalina, è sicuro di avere le carte giuste per quel posto di lavoro e, proprio perché sa che alcune domande nei colloqui di lavoro sono sempre le stesse, non perde tempo: gioca d’anticipo e si prepara.

In una parola, anzi due, il delfino è incredibilmente proattivo.


Le 3 strategie vincenti del candidato delfino 

Il “delfino” si prepara a casa un bel mini-discorso di auto-presentazione, il cosiddetto “elevator speech” – letteralmente “discorso da ascensore”.

Sì perché nel mondo del lavoro dobbiamo essere sempre pronti a presentarci al meglio delle nostre possibilità e in un lasso di tempo breve, come quello di un viaggio in ascensore.

Proprio sulla base della mia esperienza come Recruiter e come Coach per il Public Speaking, ti consiglio di non sottovalutare MAI questa domanda:

“Se incontrassi un potenziale cliente o un selezionatore del personale in ascensore, come ti presenteresti?”

Datti una risposta e poi chiediti “Cosa penserebbe Steve Jobs, il guru delle presentazioni, del tuo elevator speech?”.

Vuoi migliorare il tuo elevator speech, immagino, giusto?

Qui di seguito trovi il format usato dai candidati delfini per il loro mini-discorso di auto-presentazione.

1. Spiega “chi sei”

Mentre il pesce morto esordisce nel modo più banale e insulso possibile dicendo “Ehm, mi chiamo Mario Rossi, ho 27 anni e sono laureato in Ingegneria” (come se il selezionatore non avesse già letto queste informazioni sul cv!), il delfino esordisce con una frase d’effetto che risveglia immediatamente l’interesse del selezionatore e che guarda caso coincide proprio con quello che quest’ultimo vuole sentirsi dire.

Al selezionatore interessa sapere cosa rende il tuo profilo il più simile possibile a quello che lui sta cercando. Non vuole sentire né la storia della tua vita né la ripetizione di ciò che ha già letto su tuo cv.

2. Spiega “da dove vieni” 

Mentre il pesce morto racconta al selezionatore la telecronaca del suo storico professionale, spesso con un linguaggio astratto, il delfino si sofferma solo sulle esperienze rilevanti per la posizione per cui sta concorrendo e lo fa usando un linguaggio molto concreto.

Il candidato delfino rafforza la propria credibilità spiegando il come, non solo il cosa, usa esempi, storie e numeri.

3. Spiega “cosa ti contraddistingue dagli altri candidati”

Mentre il pesce morto risponde in modo astratto e banale dicendo “perché sono competente, capace di lavorare in team, ecc.”, il delfino dimostra con esempi concreti di avere le capacità che dice di avere.


4. Spiega “cosa ti motiva” 

Il pesce morto di solito è motivato dal desiderio di fuga da una condizione lavorativa che non lo soddisfa (un capo insopportabile, un lavoro poco stimolante, …) e, anche se non lo dice esplicitamente al selezionatore, questa sua insofferenza e questo suo bisogno di cambiamento si fiutano da lontano un miglio e lo rendono poco seducente.

Il delfino, invece, è totalmente focalizzato su desiderio di lavorare nell’azienda in cui sta sostenendo il colloquio e lo dimostra con entusiasmo e con le giuste parole – perché condivide i valori di quella azienda e perché si è preparato al colloquio così bene da conoscere persino la linguistica usata in quella realtà.

Il delfino non si ferma certo qui, anzi, si allena per portare all’eccellenza il suo elevator speech e lo fa in tre modi:

  • stabilendo una connessione emotiva con il selezionatore
  • usando lo humor
  • usando la voce e il linguaggio del corpo per dare più valore alle sue parole

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I “candidati delfino” sanno improvvisare. 

E nelle aziende tedesche, ancor più che in quelle italiane, questa capacità è testata in fase di colloquio.

Ricordo quando sostenni un colloquio a Colonia, in una società di Headhunting.

I selezionatori (erano 3) mi chiesero “Frau Alzati, sa dirmi quante finestre ci sono a New York?”.

Niente panico, fortunatamente da anni già studiavo le tecniche di public speaking per l’improvvisazione e me la sono cavata egregiamente usando la tecnica del confronto tra passato e presente.

Ma avrei potuto rispondere usando anche altre semplici tecniche che, una volta conosciute, ti rendono capace di rispondere anche alla richiesta di descrivere il ciclo di vita di un seme di girasole sulla luna!

I “candidati delfino” sanno adattare il proprio stile di comunicazione a quello del proprio pubblico

Studi sul metodo Success Insights hanno riconosciuto diversi stili comportamentali contraddistinti da quattro colori: il blu, il rosso, il giallo e il verde.

I blu sono molto pignoli, analitici e curiosi; i rossi molto determinati, concreti e impazienti; i gialli molto socievoli, entusiasti ed eloquenti; i verdi molto pazienti, affidabili e tranquilli.

In Germania, cosi come in Austria e in Svizzera tedesca, gli stili comportamentali rossi e blu sono molto più diffusi che in Italia, dove predominano i gialli.

Il che significa che quando noi italiani facciamo un colloquio con un selezionatore tedesco, dobbiamo stare molto attenti ad adeguare il nostro stile di comunicazione al suo, altrimenti non riusciremo mai a convincerlo, anzi spesso finiremo per infastidirlo.

Un elevator speech ben costruito e ben espresso, una buona capacità d’improvvisazione e la capacità di adattare il tuo stile comunicativo a quello dei selezionatori tedeschi: queste sono le strategie vincenti del candidato delfino.

Un grande sfida. Una sfida ancora più grande se devi applicare queste strategie in una lingua che non è la tua madrelingua: il tedesco.

Chiara

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1 commento su “Colloquio di lavoro in tedesco: le 3 strategie del candidato “delfino””

  1. Aliona Mishchenko

    Ci puoi consigliare dei libri per apprendere le tecniche del public speaking?
    L´articolo é molto interessante, grazie dei consigli.

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